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Chiesa S. Antonino Martire

Chiesa ParrocchialeLe più antiche notizie parlano dell’esistenza a Polverigi di una pieve retta dagli Avellaniti e dedicata a San Damiano, risalente al IX secolo, che dopo il 1100 cominciò a deperire rapidamente richiedendo la costruzione di un nuovo tempio, nel sito dove oggi si trova l’attuale edificio. L’avvio della nuova chiesa risale agli inizi del XII secolo e fu retta dagli Avellaniti fino all’inizio del 1400. Passata al clero secolare, venne dedicata a Sant’Antonino Martire. Dopo essere stato più volte rimaneggiato, quel tempio è stato demolito nel 1787 perché insicuro e ormai piccolo. Così la Parrocchiale, con pianta a croce greca, è stata ricostruita tra il 1848 ed il 1857 per volere del Pievano Don Agostino Pugnaloni, su progetto in stile neoclassico dell’ingegnere Giovanni Battista Gabuzzi, noto per aver progettato l’edificio attuale sede del Rettorato dell’Università di Ancona, in Piazza Roma.

Nel 1894, per volere del parroco Don V. Bianchi, la chiesa fu allungata di tre metri dall’Ing. Giuseppe Buffoni che ne rifece completamente la facciata, mentre le decorazioni pittoriche interne furono eseguite nei primi anni del 900 da Giuseppe Cherubini. I danni provocati dal terremoto del 1972 hanno reso necessario il rifacimento dell’intero pavimento. Secondo la tradizione, S. Antonino Martire, la cui ricorrenza si celebra il 2 settembre, nacque ad Aribazos in Siria, dove visse tra il 337 ed il 360. Di professione scalpellino, morì a 20 anni ucciso da alcuni pagani mentre stava lavorando alla costruzione di una chiesa dedicata alla SS. Trinità. Leggenda vuole che tra il IV ed il VII secolo le sue spoglie furono trasportate in Francia su di una barca tirata da due aquile, dove fu poi fondato un monastero.

L’interno

L’interno della chiesa è in perfetta pianta a croce greca intersecata da un quadrato. I bracci laterali della croce, in due cappelle contrapposte, ospitano gli altari del sacro Cuore e dell’Addolorata, la cui icona è contenuta in una settecentesca cornice lignea a raggiera dorata. Infine altri due si trovano alla conclusione delle navate laterali e sono dedicati a San Giuseppe ed alla Madonna di Fatima. Nel retrofacciata si trovano l’organo ottocentesco e il fonte battesimale. L’altare maggiore è dedicato al siriano Sant’Antonino Martire di Apamea, sul cui sfondo troneggia la grande pala realizzate nel 1904 da Francesco Cherubini, pittore anconetano allievo del Podesti, raffigurante Sant’Antonino genuflesso sulle pendici di una collina nei pressi di una sorgente, mentre ha la visione della Sacra Famiglia circondata da angeli e cherubini ed indica alla vergine ed al Bambino il paese di Polverigi, illuminato dal sole di mezzogiorno. Tra le altre opere presenti all’’interno della Chiesa, spicca su tutte “La deposizione”, ritenuta una delle migliori opere di Ercole Ramazzani da Arcevia, vissuto tra il 1535 ed il 1598. In questa opera, che rappresenta le deposizione del Cristo dalla Croce, l’iconografia della controriforma viene interpretata e rispettata magistralmente dall’artista, che fa tesoro delle esperienze manieriste dei vari Zuccari, Tibaldi, Bellini, Raffaello e Michelangelo, senza dimenticare Lorenzo Lotto, dal quale Ramazzani si recò a bottega per tre anni.

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pubblicato il 2019/02/26 00:15:00 GMT+1 ultima modifica 2023-02-07T16:58:39+01:00

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